L'importanza della performance adattiva

In vista di un futuro caratterizzato da incertezze e instabilità, la performance adattiva acquisisce rilevanza strategica

L’emergenza sanitaria di questi anni ci ha fatto capire come certezze e stili di vita che avevamo immaginato consolidati possono subire shock improvvisi che li rimettono completamente in discussione. Se in ambito economico-finanziario ci eravamo abituati a vedere affiorare periodiche crisi a sconvolgere i mercati, una emergenza sanitaria di questa portata è stata una tragica sorpresa che ci ha colto impreparati. Il perimetro delle nostre incertezze e vulnerabilità ha allargato di molto i suoi confini.

Le normative di contenimento hanno radicalmente cambiato i comportamenti quotidiani e l’incertezza ha impattato su acquisti e consumi; il bisogno di distanziamento ha rivoluzionato i metodi di lavoro, con la soluzione dello smart working. In questo periodo, fronteggiando mercati turbolenti, i manager hanno quanto meno dovuto interrogarsi su due orizzonti:

• Breve periodo: come bilanciare al meglio efficacia (il perseguimento del risultato) ed efficienza (le risorse necessarie per perseguirlo) per contenere gli impatti della crisi;
• Lungo periodo: cosa imparare dalle fragilità emerse con la crisi (carenze strutturali, organizzative, di competenze, …) e promuovere il cambiamento necessario ad affrontare meglio il futuro.

La prima questione ha trovato risposte diversificate a seconda del mercato, delle posizioni competitive delle imprese e delle risorse disponibili. Per quanto riguarda la seconda, al di là di ogni specificità, crediamo che si possa derivare un principio generalmente applicabile, che riguarda le Relazioni Umane e l’importanza relativa dei criteri di valutazione delle performance.

Queste si basano, in genere, su due dimensioni:

• I risultati = il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, che di solito hanno natura quantitativa;
• I comportamenti = il modo in cui si cerca di raggiungere quegli obiettivi, che ha natura qualitativa e come modello di riferimento la cultura aziendale e i suoi valori di riferimento.

Il peso attribuito alle due dimensioni varia da impresa a impresa: ad un estremo, vi sono imprese focalizzate esclusivamente al risultato, sul presupposto che sia l’unica cosa che conti; dall’altro, imprese scettiche sulla possibilità di collegare i risultati alle performance individuali (perchè, ad esempio, i ruoli professionali sono fortemente interrelati) danno grande peso ai comportamenti.

Oggi lo smart working ha orientato molte imprese a misurare le performance più sulla base tangibile dei risultati che sui comportamenti, poco osservabili da remoto; in futuro il respiro potrà essere diverso, ma imprevedibilità e turbolenza resteranno ricorrenti: allora, la capacità di gestione delle incertezze e instabilità rappresenterà un fattore di vantaggio competitivo più importante di quanto non lo sia già oggi. Diventerà vitale la performance adattiva, il sapersi adeguare a contesti in continuo cambiamento, sfruttandoli grazie a capacità come:

• Gestione dello stress, specie in situazioni di emergenza o crisi;
• Gestione creativa delle problematiche lavorative;
• Apprendimento rapido di nuove metodologie lavorative;
• Appropriazione rapida di strumenti di lavoro innovativi;
• Flessibilità e adattabilità a nuovi compiti;
• Gestione delle relazioni interpersonali e quale parte di un gruppo;
• Apertura al cambiamento, attitudine positiva, disponibilità.

 In una prospettiva strategica, la performance adattiva non rientra solo nella valutazione delle performance del personale attuale, ma si allarga anche a monte nel processo di recruiting e a valle nel Talent Management, la gestione della crescita professionale delle migliori risorse. Solo così ci si può «attrezzare» a pieno per fronteggiare al meglio le future, prevedibili, instabilità.

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