Scopriamo perché spesso non c'è corrispondenza tra salario e produttività
Sono rimasto colpito dalle considerazioni elaborate dall'economista Robert H.Frank sullo scostamento, riscontrato in molte aziende, da un principio microeconomico intuitivamente piuttosto evidente, la relazione positiva lineare tra produttività e salario. In teoria, quanto più alta è la prima tanto più alto dovrebbe essere il secondo, ma in molte aziende non è così evidente e si riscontra invece una distribuzione del salario più egualitaria.
Commentiamo il grafico sopra riportato:
· la retta azzurra (inclinata di 45°) raffigura la relazione lineare che dovrebbe intercorrere tra salario e produttività dei lavoratori in una data azienda; se il salario fosse funzione della produttività, tutti i lavoratori dovrebbero trovarsi posizionati su questa retta
· la realtà è invece la retta rossa, dove i salari NON riflettono la produttività:
o lavoratori a produttività più bassa (quelli più a sinistra nel grafico) sembrano spesso avere un salario più elevato (rispetto alla loro produttività reale), corrispondente al punto A1 invece di A
o lavoratori a produttività più alta, sulla destra del grafico, sembrano invece avere un salario proporzionalmente più basso, corrispondente al punto C1 invece di C
o gli unici ad avere un salario corrispondente alla loro produttività sono quelli in posizione B.
Si evidenza dunque in molto casi una redistribuzione dei salari, non più corrispondente alla reale produttività: il 50% dei lavoratori prende un salario inferiore al valore prodotto, bilanciato dal salario del 50% che prende di più.
Frank sostiene che questa situazione risulta accettabile, da parte di coloro che hanno un salario inferiore a quello spettante in base alla loro produttività, perché la valutazione della propria situazione, da cui deriva il livello di soddisfazione, viene fatta anche in relativo, comparandosi alla situazione di coloro che ci circondano. Secondo questa logica risulta importante dunque non solo il salario, ma anche il "riconoscimento sociale" che deriva dal ricoprire una particolare posizione di rilievo all'interno della Azienda, che dà "status". Quindi il salario relativamente più basso, rispetto alla produttività, viene accettato perché compensato da uno “status” aziendale più elevato, dato quindi da una posizione gerarchica gratificante. E' l'opposto per chi guadagna invece più del valore del proprio prodotto, perché il maggiore salario vale invece come compensazione per la "accettazione" di una posizione di rango meno elevato.
Una teoria molto dibattuta ed anche contrastata, ma che certamente fa riflettere.
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